IL CALAPRANZI

Regia Ezio Budini

Interpreti Ezio Budini, Milo Vallone

Inizio 01/02/2007, 21:00 | Fine 01/02/2007, 21:00

17-colorata

Il capolavoro di Harold Pinter, scritto nel 1960, si colloca all’interno di un filone drammaturgico che da vita a quello che verrà definito il teatro dei “giovani arrabiati”, quegli young angry men che hanno cambiato il teatro inglese ed europeo. Tra gli autori di questo periodo, Pinter è quello più legato alla tradizione. Usa il linguaggio quotidiano con rara disinvoltura; gli da dignità stilistica, lo porta al rango della poesia senza fargli perdere in spontaneità, pesca nelle migliori tradizioni europee (Ionesco, Beckett, Pirandello, Kafka). Due bizzarri killer, chiusi in luogo angusto e non bene identificato, consumano una logorante attesa aspettando precise informazioni che tardano ad arrivare. La vittima, bersaglio da eliminare, è stata prescelta da poteri superiori, ma resta ignota ai due malcapitati. Immersi in un umorismo tagliente e raffinato, i personaggi si muovono in un clima straniato dove accadono fatti incomprensibili, alternando dialoghi banali ed a tratti sensa senso a discussioni animate e litigi; giungono più volte alle mani e agli insulti, per poi ristabilire una calma apparente. In una continua successione di sbalzi di umore, dovuta all’estenuante evolversi dei fatti, cominciano a sorgere i primi dubbi circa la loro strana situazione: Qualcosa non quadra, l’attesa diventa lunga e insopportabile, la tensione continua a salire, le domande si infittiscono e le risposte, approssimative ed insoddisfacenti, non svelano gli arcani. La storia culminerà in un finale dove il logico e l’assurdo si fonderanno sorprendentemente. Attraverso la banalità del quotidiano, ma non senza toccare le corde più delicate della natura umana, l’intera opera drammaturgica di Pinter da vita asituazioni assurde – ed il Calapranzi ne è un lampante esempio – dove l’apparente mansuetudine dei personaggi cela una irrequieta oppressione dell’animo e della psiche; in una dimensione spesso rarefatta e quasi irreale, ci racconta le ansie, le paure, l’insicurezza e l’incomunicabilità degli esseri umani; in un perfetto connubio tra comicità e dramma, ci svela l’immagine di una società in cui la violenza, sotto le mentite spoglie di una brutalità dai sapori morbidi, insidia, minaccia e tortura l’individuo.

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