L’ORIGINE DEL MONDO – ritratto di un interno

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Regia lucia calamaro

Interpreti Daria Deflorian, Federica Santoro, Daniela Piperno

Inizio 02/02/2014, 18:00 | Fine 02/02/2014, 21:30

L’ORIGINE DEL MONDO, ritratto di un interno.
spettacolo in tre atti

scritto e diretto da Lucia Calamaro
con Daria Deflorian, Federica Santoro, Daniela Piperno
disegno luci di Gianni Staropoli
realizzazione scenica di Marina Haas
aiuto regia Francesca Blancato
produzione e comunicazione 369gradi, PAV
domenica 2 febbraio ore 18

Nel 2012 lo spettacolo ha ottenuto:
PREMIO UBU Nuovo testo italiano o ricerca drammaturgica a Lucia Calamaro
PREMIO UBU Miglior attrice a Daria Deflorian
PREMIO UBU 2012 EX AEQUO Miglior attrice non protagonista a Federica Santoro

I 3 atti:
Donna melanconica al frigorifero
Certe domeniche in pigiama
Il silenzio dell’analista

Il 2 febbraio si alza il sipario sulla Rassegna Teatro Contemporaneo della stagione 2013-2014 del Teatro Marrucino di Chieti, curata da Edoardo Oliva.
Si parte il 2 febbraio alle ore 18 con L’origine del mondo. Ritratto di un interno, scritto e diretto da Lucia Calamaro, spettacolo in tre atti (Donna melanconica al frigorifero;
Certe domeniche in pigiama; Il silenzio dell’analista),  vincitore di 3 premi UBU per la stessa regista e drammaturga e le per due attrici Daria Deflorian e Federica Santoro.
Con L’origine del mondo Lucia Calamaro, tra i più interessanti esponenti della drammaturgia italiana contemporanea, porta in scena una vera e propria commedia umana al femminile in tre episodi, tre elettrodomestici e tre voci. Storia di donne, storia di legami familiari fondamentali e perversi, ma soprattutto storia di quell’uno esistenziale con cui tutti dobbiamo misurarci.
Nella scena vuota il ventre domestico è definito, alternativamente, da un frigorifero, da una lavatrice, da una cucina a gas. Qui, Daria Deflorian, Federica Santoro e Daniela Piperno danno corpo, voce e colore ai tre quadri della storia. Spietate, vendicative. Piene di dolore e di ironia.
Spettacolo rivelazione che cattura e porta in un mondo fatto di elucubrazioni e quotidiano: una famiglia che ha l’abitudine di scandagliare il reale mentre mangia, chiacchiera, si veste.
Una casalinghitudine filosofica che sbatte contro la propria comicità grazie e una lingua teatralissima e avvolgente. L’interno ritratto è la casa, dove vivono una madre e una figlia, dove arrivano altri personaggi della costellazione familiare, dove interviene programmaticamente la figura di una psicanalista, dove gli elettrodomestici sono simili a ingombranti, monumentali divinità.  Ma quell’interno è ancora di più, un universo interiore umano cosi rovistato, malmesso e storto che riesce di nuovo a essere solo grazie alla reinvenzione di un suo racconto.

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