PERROTTA, “MILITE IGNOTO”, PER IL SECONDO APPUNTAMENTO DEL “LA CULTURA DEI LEGAMI”

16602282_1773751372845570_194689917907055329_oSecondo appuntamento col festival”La cultura dei legami”, ideato e diretto da Edoardo Oliva del Teatro Immediato, in collaborazione col Museo delle Genti d’Abruzzo.

Domenica 26 febbraio, all’Auditorium Petruzzi di Pescara, alle 18,

sipario su “Milite ignoto-QuindiciDiciotto” di e con Mario Perrotta,

tra i più premiati e osannati attori del nuovo teatro italiano.

Uno spettacolo tratto da “Avanti sempre” di Nicola Maranesi e da “La Grande Guerra, i diari raccontano”, un progetto a cura di Pier Vittorio Buffa e Nicola Maranesi.

“Milite Ignoto” racconta il primo, vero momento di unità nazionale. È, infatti, nelle trincee di sangue e fango che gli “italiani” si sono conosciuti e ritrovati vicini per la prima volta: veneti e sardi, piemontesi e siciliani, pugliesi e lombardi accomunati dalla paura e dallo spaesamento per quell’evento più grande di loro. Spaesamento acuito dalla babele di dialetti che risuonavano in quelle trincee. Per questo nello spettacolo tutti i dialetti sono centrifugati in una lingua d’invenzione, una lingua che si fa carne viva. Una lingua nuova, un suono sconosciuto ma poggiato sulle viscere profonde del nostro paese.

“Ho scelto questo titolo, Milite Ignoto, perché la prima guerra mondiale fu l’ultimo evento bellico dove il milite ebbe ancora un qualche valore anche nel suo agire solitario, mentre da quel conflitto in poi, anzi, già negli ultimi sviluppi dello stesso, il milite divenne, appunto, ignoto. E per ignoto ho voluto intendere “dimenticato”: dimenticato in quanto essere umano che ha, appunto, un nome e un cognome. E una faccia, e una voce.  Nella prima guerra mondiale, gradatamente, anche il nemico diventa ignoto, perché non ci sono più campi di battaglia per i “corpo a corpo”, dove guardare negli occhi chi sta per colpirti a morte, ma ci sono trincee dalle quali partono proiettili e bombe anonime, senza un volto da maledire prima dell’ultimo respiro. E nuvole di gas che coprono ettari di terreno e radono al suolo interi battaglioni senza un lamento. E aerei che scaricano tonnellate di esplosivo dal cielo e navi che sparano cannonate a centinaia di metri di distanza. Uno sparare nel mucchio insomma, un conflitto spersonalizzato in cui gli esseri umani coinvolti, sono semplici ingranaggi del meccanismo e non più protagonisti eroici della vittoria o della sconfitta.
E proprio per questo – come sempre accade nel mio lavoro – andrò controcorrente e la mia attenzione sarà diretta alle piccole storie, agli sguardi e le parole di singoli uomini che hanno vissuto e descritto quegli eventi dal loro particolarissimo punto d’osservazione, perché questo è il compito del teatro, o almeno del mio teatro: esaltare le piccole storie per gettare altra luce sulla grande storia”.

Biglietti a 12 euro; dieci i ridotti.

Consigliatissima la prenotazione, chiamando lo 3336530249

Dopo lo spettacolo ci sarà un incontro con l’artista a cura di Paolo Verlengia.

 

Per sostenerci clicca qui